Comment SEA (Sharing Economy Act)

[...] Le forme e gli oggetti della condivisione possono essere i più svariati, dai beni fisici come i mezzi di trasporto fino ad arrivare ad accessori, prodotti digitali, spazi, tempo, competenze e servizi, il cui valore non necessariamente può essere determinato in denaro e può tenere in considerazione elementi generalmente esclusi dalle tradizionali logiche di scambio, come l’impatto ambientale o sociale.
Alessandro Rossi
Un primo problema sta nell’approccio orizzontale rispetto ai livelli dei mercati, che semplifica l’approccio per il legislatore e anche in parte la comprensione per un ecosistema non ancora completamente cosciente del fenomeno.
Alessandro Rossi, 22/03/2016 16:47
Alessandro Rossi
Questo, però, porta con sè un embrione di fallimento stesso della legge in quanto, non tenendo volutamente conto delle macro differenze tra mercati distanti anni luce (ad esempio il trasporto urbano e la progettazione architettonica o il video making e la ristorazione) crea delle grosse distorture e rischia di far sì che un approccio che per un mercato può essere al limite corretto in un altro mercato con caratteristiche completamente diverse può rischiare di essere deleterio per l’esistenza stessa del fenomeno crowdsourcing/sharing, con grave danno per i consumatori e per i professioni
Alessandro Rossi, 22/03/2016 16:49
Alessandro Rossi
Uno dei principali rischi sta nella nella regolazione dell’aspetto fiscale, dove ovviamente le possibilità di guadagno rispetto all’intensità dell’utilizzo delle piattaforme variano grandemente da mercato a mercato e da piattaforma a piattaforma, dunque utilizzare una soglia unica di 10.000 euro rischia di portare a grandi distorsioni e grandissime iniquità (ad esempio, posso superare la soglia facendo un singolo video in crowsdourcing, e non raggiungerla dando decine di passaggi in macchina).
Alessandro Rossi, 22/03/2016 16:50