6 proposte per espandere la mobilità condivisa in Italia
Aggiornare il Codice della Strada 1
Integrare tra gli usi dei veicoli da parte di terzi la nozione di “veicoli condivisi”.
Considerare gli stalli riservati alla sosta dei veicoli condivisi alla stregua di quelli riservati allo stazionamento e alla fermata degli autobus, dei filobus, dei veicoli circolanti su rotaia e dei veicoli in servizio di piazza.
Consentire che i veicoli condivisi, se autorizzati dall'ente proprietario della strada, possano circolare nelle corsie riservate. Prevedere che fra le misure finalizzate allo sviluppo della mobilità sostenibile e al miglioramento della sicurezza stradale in ambito urbano vi sia anche l’introduzione di tutte le forme di mobilità condivisa, quindi sia i servizi per i quali si condivide un veicolo che quelli in cui si condivide un tragitto.
(1) Vedi delega al Governo per la riforma del codice della strada (art. 82 comma 5 e art. 158 del CDS in vigore, proposta di modifica n. 2.14 al DDL n. 1638)
Assicurare alla mobilità condivisa urbana condizioni operative essenziali 2
Prescrivere che i Comuni che istituiscono servizi di mobilità condivisa inseriscano preventivamente nei Piani generali del traffico urbano (PGTU) quelle misure che garantiscono la diffusione e l’utilizzo di questi servizi, quali per esempio:
• l’individuazione di uno standard minimo di aree di parcheggio da riservare alla sosta dei veicoli condivisi, anche differenziato per unità territoriali omogenee, con particolare riferimento alle aree in cui la sosta è subordinata al pagamento, all’interno delle Zone a Traffico Limitato e in prossimità dei grandi poli attrattori di traffico veicolare;
• l’esenzione dei veicoli condivisi dal pagamento della sosta;
• l’accesso dei veicoli condivisi all’interno delle ZTL;
• la possibilità che i veicoli condivisi possano circolare nelle corsie riservate.
Inserire tra le misure strategiche dei Piani urbani di mobilità sostenibile quelle finalizzate all’introduzione di sistemi di mobilità condivisa, pianificando l’opportuna integrazione e complementarità di questi servizi con gli altri sistemi di trasporto, in particolare il trasporto pubblico locale.
Inserire all’interno delle nuove linee guida per la redazione dei Piani urbani di mobilità sostenibile le misure finalizzate allo sviluppo dei sistemi di mobilità condivisa in tutte le sue diverse articolazioni, quali:
• la pianificazione delle infrastrutture e dei servizi di mobilità condivisa, anche in riferimento all’integrazione con gli altri sistemi di trasporto, in particolare il trasporto pubblico locale;
• l’integrazione e il coordinamento tra la promozione dell’uso della mobilità condivisa, la riduzione del traffico veicolare privato e la regolamentazione della sosta dei veicoli, in particolare quelli lungo la sede stradale.
(2) Vedi art. 35 della delega al Governo per il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di interesse economico generale
Condividere uno standard nazionale per i contratti di servizio 3
Promuovere un tavolo tecnico tra Operatori, Enti locali e Autorità di Regolazione dei Trasporti per garantire che i rapporti tra enti locali e gli operatori dei servizi di mobilità condivisa siano disciplinati da un contratto di servizio standard, di riferimento per l’affidamento dei servizi di mobilità condivisa, in cui siano uniformati aspetti essenziali quali:
• il regime o i regimi giuridici da prescegliere per la gestione dei servizi di mobilità condivisa;
• il periodo di validità del contratto;
• i criteri di compensazione economica ai soggetti affidatari del servizio per eventuali obblighi di servizio pubblico;
• gli strumenti di rilevazione della Customer Satisfaction;
• i dati essenziali sull’erogazione del servizio necessari a creare la base dati per la pianificazione e il monitoraggio dei servizi di mobilità condivisa;
• le sanzioni e le penalità in caso di mancata osservanza del contratto e le ipotesi di risoluzione del contratto in caso di grave e ripetuta violazione degli obblighi contrattuali;
• gli obblighi di informazione e di rendicontazione nei confronti dell'amministrazione competente con riferimento al raggiungimento degli standard qualitativi e quantitativi;
• i criteri per garantire i livelli minimi di interoperabilità tra i servizi di mobilità condivisa nell’ambito dell’area urbana in cui si svolge il servizio;
• le garanzie finanziarie e assicurative nonché le misure a garanzia della continuità del servizio;
• le modalità di risoluzione delle controversie con gli utenti;
• la disciplina delle conseguenze derivanti dall’eventuale cessazione anticipata dell’affidamento e i criteri per la valutazione dell’indennizzo spettante al gestore.
(3) Vedi delega al Governo per il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di interesse economico generale
Garantire incentivi fiscali alla mobilità condivisa
Esentare i veicoli condivisi dal pagamento della tassa di proprietà.
Riconoscere una detrazione d’imposta del 19% delle spese annuali sostenute dai contribuenti (persone fisiche e giuridiche) per l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa.
Garantire che l’istituzione dei buoni di mobilità per comportamenti virtuosi in tema di mobilità sostenibile, compresa anche la rottamazione dell’auto di proprietà senza un riacquisto nell’arco di 5 anni, siano utilizzabili anche per l’acquisto di servizi di mobilità condivisa.
Disporre che il GSE sviluppi le metodologie e i relativi strumenti per incentivare le misure comportamentali in tema di mobilità sostenibile, includendo in questi ultimi anche l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa, finalizzati all’emissione di Titoli di Efficienza Energetica (Certificati Bianchi).
Adeguare le coperture assicurative alle nuove forme di mobilità condivisa
Promuovere di concerto con ANIA polizze assicurative dedicate ai veicoli e ai servizi di mobilità condivisa (car/scooter/van sharing e carpooling/ridesharing).
Assicurare che la mobilità condivisa sia ricompresa fra le modalità di trasporto per recarsi al lavoro previste nell’assicurazione INAIL per l’“infortunio in itinere”.
Investire nella sharing mobility
Istituire un Fondo statale per la mobilità condivisa nelle aree urbane (sul modello del Fondo per la Mobilità Sostenibile), rivolto ai Comuni, per il cofinanziamento delle infrastrutture e dei servizi di mobilità condivisa.
Permettere che i servizi di mobilità condivisa, se integrati e funzionali al trasporto pubblico di linea, possano essere finanziati anche attraverso il
Fondo per il concorso finanziario dello Stato al trasporto pubblico 4.
Garantire che le Regioni, nel determinare dei livelli adeguati dei Servizi di trasporto pubblico locale e regionale automobilistico e ferroviario, possano inserire, tra le soluzioni innovative e di minor costo per fornire servizi di mobilità nelle aree a domanda debole, anche i servizi di mobilità condivisa.
Finanziare una campagna sociale sul ruolo della mobilità condivisa.
(4) Vedi art. 23 della delega al Governo per il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di interesse economico generale

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